Ieri nell’ostello dove alloggio, a Sydney, ho parlato con una ragazza Italiana. Dopo non più di 20 secondi che avevamo cominciato la nostra conversazione (quindi letteralmente nell’ordine dopo “where are you from?” “Italy” “oooh Italia, sembravi così esotica” “eheh ciao” “che fai?” “sono in vacanza, tu?”) mi ha risposto “io sono uno spirito libero”.
Mentre mentalmente destinavo tutto quello che mi avrebbe detto in seguito all’ormai affollatissimo scompartimento “stronzate” del mio cervello, e confermavo a me stessa la ormai nota verità che è meglio lasciar perdere questa cosa di parlare con la gente che gira negli ostelli, sia per sopraggiunte differenze anagrafiche sia perché va a finire che ti danno risposte del genere, che peraltro questa aveva pure 34 anni quindi non era proprio di primo pelo, insomma mentre ormai cercavo in tutti i modi di dissociarmi da una persona che si presenta così, continuavo a ripetermi “ma spirito libero de che???”
Perché sei nata forse nel primo mondo e puoi permetterti (come me e un sacco di altre teste calde) di fare quello che ti pare ? In che modo questa cosa ti eleva a darti delle arie e sentirti, (perché non puoi negare che ti senti così, e lo stai dando a vedere tantissimo), uno-dieci gradini superiore a quella gente che decide (o è obbligata, mettiamola così) di non viaggiare perché non può?
E vogliamo parlare di quella gente invece che può benissimo viaggiare, c’ha pure i soldi per farlo, ha pure le ferie, ma non gliene importa niente di vedere il mondo e soprattutto di incontrare gente come te?
Ma soprattutto che cosa significa spirito libero?
Mentre lei procedeva con le sue domande di rito e diceva che la sua prossima tappa erano le isole Cayman (e maliziosamente chiedeva “sai dove sono?”), ho riveduto poco a poco la mia decennale vita da sedicente viaggiatore e ho maturato di lì a poco la decisione di cancellare definitivamente questa boiata qui a lato sul blog. Sì, la boiata in questione è quella in cui millanto di voler diventare un giramondo che vive alla giornata. L’intenzione con cui l’ho scritto non è mai stata quella di darmi delle arie, come non lo è stata quella di creare il blog in sè, ma piuttosto di specificare che cosa mi piaceva fare.
Però, ultimamente ho incontrato sul mio cammino un numero esorbitante di cazzoni presunti traveller e l’idea di essere assimilata a loro, diciamolo, mi repelle un poco.
Vivo le mie esternazioni sul mondo online nel costante conflitto tra il “racconto questa cosa, magari interessa” e “ma chi può mai fregare l’ennesimo racconto di viaggio sul Costa Rica?”
L’88% dei profili instagram ha nella descrizione Traveller, e alla seconda riga leggo 10 volte al giorno la mitica frase di rito (preparatevi):
il mondo è un libro e chi non viaggia legge solo la prima pagina.
La verità è che gli spiriti liberi non esistono. Nessuno è libero. Non c’è nessuna elevazione morale a viaggiare, nessun significato nascosto. è solo un modo di impiegare il tempo. E ognuno sceglie il suo.
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