Signore e signori, siete arrivati a Vobonia in the World, una pagina dedicata a viaggi, lingue ed animali gestita da me medesima Marcella dagli amici detta Cicciof.

Vobonia in the World

Io in Islanda con una fascia improbabile

Dopo soli 15 anni di esitazione ho finalmente decretato l’apertura ufficiale di questo incredibile spazio dedicato a tutte le numerosissime persone al mondo che condividono con me le sopra citate passioni di viaggi, lingue ed animali.

Ritenetevi fortunatissimi, voi che parlate italiano e potete fruire della versione originale, dato che ci sarà anche una ricca versione in inglese che consisterà perlopiù in un’accozzaglia di sfrontate scopiazzature di blog americani presi a caso, a cui sarà affiancata una dubbia versione in spagnolo, che per un ipotetico pubblico hispanohablante sarà utile meno di niente ma per me sarà la palese prova che questi 4 anni in terra spagnola sono serviti a qualcosa.

Ebbene si, signori, sono un’expat! Riempirsi la bocca di questa succosa parola è lo sport preferito di quella schiera di emigranti privilegiati di cui faccio parte e che allo stesso tempo odio a morte da ormai anni a questa parte.

Ad oggi, carissimi, posso vantare di aver vissuto in Cina, in Portogallo e in Spagna e di poter comunicare in svariate lingue,  ma non è stato sempre così.

Fino ad 8 anni fa risiedevo nella pittoresca periferia nord di Napoli, conosciuta a tutti come Secondigliano, nido della criminalità organizzata e patria della nullafacenza, in totale isolamento dal mondo per mancanza di trasporti che si possano definire tali, con giornate scandite da un rassicurante coprifuoco. Contrariamente a tutti questi campioni di bilinguismo e trilinguismo che girano per la rete e si riprendono in video in cui parlano quattordici idiomi, non sono nata da un’unione multiculturale. Al contrario, se si scavasse nel mio albero genealogico fino ad arrivare ai miei trisnonni si scoprirebbe che tutti i miei antenati sono nati nello stesso quartiere,  e che tutti i miei familiari parlano solo italiano, talvolta con difficoltà, e che insomma questo mio desiderio di conoscere il mondo, ci è sempre entrato in quel contesto, un bel niente.

Nonostante ciò, un bel giorno di settembre di 8 anni fa, ho lasciato una madre in lacrime, incredula, alla stazione Garibaldi, per salire sul treno delle 4.45 e dare inizio al mio primo viaggio da sola. Il resto lo si può immaginare, carissimi! Il mio primo viaggio fu un successo, così come i successivi 396, e mia madre, pare, non ha più paura.

Non sono stati pochi i momenti in cui l’addiaccio dei pavimenti aeroportuali su cui dormivo mi faceva gelare il cuore (e il culo), la nausea dei viaggi in autobus di 14 ore mi faceva rimpiangere il mio letto, le incomprensioni linguistiche con la fauna locale mi impiensierivano non poco, e la noia di stare sola per due settimane mi faceva ritornare sui miei passi, ma col famigerato senno di poi, penso che ne è valsa la pena, in ogni momento, e che ancora a 28 anni mi sembra che questo sia solo l’inizio.

Il proposito di questo blog è instillare un po’ di questa passione in chi vorrebbe ma non può, o potrebbe ma non vuole. Non farò come Licia Colò, che afferma spocchiosamente che andare in Polinesia sia alla portata di tutti, perchè, diciamocelo, non è così. Ma vi farò vedere che poco a poco tutto si può fare.

Benvenuti!