E ogni cosa mi sembra estate, quando sono tra le tue braccia.

Questa è una frase di una canzone tormentone di quest’estate in Grecia. Una canzone pop dei Melisses (un gruppo di battaglia, direi tipo Le Vibrazioni) piuttosto sempliciotta, che però ai fini della nostra ricerca, diventa un riferimento emblematico a una grande verità: ossia che i greci sono ossessionati dall’estate.

Chiunque sa che la Grecia è il top per le vacanze estive: spiagge fantastiche, acque cristalline, cibo buonissimo, gyros ovunque, prezzi accessibili, 2 persone in tutta la spiaggia anche se vai il 15 agosto, campeggio libero, balli tradizionali, balli non tradizionali, pace, tranquillità, festa, paesaggi, un sacco di cose belle. Chiunque lo sa, ma soprattutto lo sanno i greci.

Se dici a un greco che d’inverno la Grecia diventa Mordor ti risponderà che non è vero, la Grecia è bellissima tutto l’anno!

Ma allo stesso tempo se dici a un greco ehy che ne pensi se quest’estate andiamo in vacanza a (posto non in Grecia) si verifica una situazione di sgomento. sconforto. angoscia. shock. Del tipo come hai potuto pensare una cosa simile? Perché?

– più o meno quello che succede agli italiani quando gli proponi di non passare il Natale in Italia –

La verità è che i greci vivono tutto l’anno per quel momento in cui possono stanziarsi (rigorosamente all’ombra, ben lontani da qualsiasi raggio di sole, preferibilmente in un bar) negli immediati paraggi di una spiaggia. Lì passeranno 6-8 ore al giorno degustando il loro interminabile freddocappuccino mentre filosofeggiano come solo loro sanno fare. Per poi decidere in quale taverna mangeranno i loro infiniti agnelli cotti 400 ore da un sapiente nonnino che vive nella casa accanto. In un loop che dura per tutte le vacanze. Questo momento dell’anno è il top a cui si può aspirare.

Ragion per cui, passano la stagione precedente a quei 15 giorni di vacanza (sebbene abbiano 35 gradi da aprile a ottobre loro vanno in vacanza solo in quelle due settimane, perché, a detta loro, gli uffici chiudono solo in quelle due settimane; a detta mia, perchè sono abitudinari) a programmare in quale isola andranno, o meglio, quale isola va di moda quest’anno, dove mangiare, dove si fa il panigiri* migliore.

* panigiri:  festa del villaggio che si fa ogni estate, in ogni paesino, dove tutti dai 3 ai 99 anni ballano in modo invasato delle coreografie in cerchio dandosi la mano e, se ubriachi, pestandosi i piedi a vicenda

E poi passano la stagione successiva a rimpiangere l’estate ormai perduta e tirare le somme sulle isole visitate (a volte sempre la stessa isola) sospirando “ah, kalokairaki” (letteralmente “ah, piccola estate” o “estatina”… non so, in italiano il diminutivo di estate non sembra ridicolo?)

E questa kalokairi ritorna ossessivamente in tutte le loro canzoni, nella cultura pop, nella cultura non pop, nelle conversazioni, nella letteratura, in un perpetuo agognare la bella stagione.

Se mi chiedi il testo di una canzone greca che non conosco posso già indovinarne le 5 parole più ricorrenti: mare, isola, nave, caldo e l’immancabile estate. 

Ricordo il sorriso quando ero quest’estate in nave (nella mia traversata ellenica del 2019) e ho sentito un gruppo di ragazzetti italiani che avevano appena rimorchiato delle autoctone e dicono “ma com’è, queste ragazze sono greche… e vanno sempre in vacanza qui, in Grecia?

Ingenui 🙂

Dopo aver visitato più di una quindicina di isole (me ne mancano solo 200) posso affermare che anche se ci va un sacco di gente, la maggior parte del turismo è interno.

E quindi anch’io, che ormai c’ho la mezza mela ellenica, sembra proprio che dovrò farmi tutte le vacanze estive della mia vita in Grecia.

estate grecia

E non so perché, ma non mi dispiace.