Chiunque di noi sia emigrato sa bene cosa significa avere nostalgia. È la casa dei genitori che ha sempre lo stesso odore, con lo stesso programma alla televisione in sottofondo. È l’immagine della tua scuola media. Sono gli animali domestici che ti aspettano sempre, o che non ci sono più, e questo ti fa sentire peggio.

La nostalgia ti assale quando sei fuori e senti di un evento che è successo quando tu non c’eri, di un momento magico che non potrai più rivivere. Sarà per la prossima volta. Ma la prossima volta quand’è? Tu non lo sai.

Qualsiasi programma fai non può mai combaciare con tutto. Con la tua voglia di tornare e soprattutto con la tua voglia di andartene di nuovo.

Perchè il problema è che torni sempre a scadenza. Sono mille anni che fai un continuo countdown di vacanze col contagocce.

Sei ancora confuso quando ti chiedono perchè te ne sei andato, perchè anche questo tu non lo sai.

Il tenero e inesorabile disorientamento degli expat

O almeno io non lo so. Io non sono emigrata perchè cercavo lavoro.

Me ne sono andata perchè a Napoli mi sono sempre sentita un po’ straniera. Più di una volta mi hanno chiamato “la straniera”, e qualche volta mi parlavano in inglese. Quando sono a Barcellona sono straniera ma non mi guardano tanto e questo mi fa sentire a mio agio. Sono straniera ma ho la giustificazione di essere straniera sul serio. Mi sento a casa.

Eppure anche lì, di nuovo, come in una storia senza fine, ho nostalgia di quando vivevo a Lisbona. Allora vado a Lisbona e la sua luce mi acceca come sempre, resto estasiata tra le strade, gli azulejos, la saudade. Poi la mente vola e ricomincio a sentire la mancanza della Catalogna. Delle sue montagne e del suo mare e di quella lingua tanto scema. E mi dico che voglio solo vivere a Barcellona e mettere su famiglia lì perchè ci vivo troppo bene. E ricomincio.

Il tenero e inesorabile disorientamento degli expat

E allora Napoli? Quando ci torno passo un paio di giorni a odiare tutti. La delinquenza, la sporcizia e la guapparia. Ma superata questa fase penso che non sto male, che mi ci voglio comprare una casa, finisco addirittura a guardare gli annunci.

A complicare le cose ci si mette che domani vado in Grecia. La Grecia fa parte della mia vita adesso quasi quanto l’Italia. Aggiungiamo un altro paese a questa lista di mete tormentate?

La verità è che se emigri una volta e fai la spola tra due posti la cosa è sostenibile, ma quando i paesi diventano 4  i pezzi del tuo cuore diventano un puzzle che fai fatica a tenere insieme.

Fai tesoro di tutte le culture, ne assorbi positività e scarti le cose che non ti piacciono. Impari a cucinare in 4 lingue. Se fossi rimasto alla base non sapresti niente di tutto questo. Ti annoieresti, e non era questo quello che volevi.

Il tenero e inesorabile disorientamento degli expat