Un trekking con un asino non è esattamente il regalo di compleanno che tutte le ragazze desiderano, ma per me è stato assolutamente il regalo perfetto. Quando Panos mi ha consegnato il regalo con su scritto “Burrotrek” (burro in spagnolo significa “asino”) hanno cominciato a brillarmi gli occhi!

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Chi non vorrebbe passare un weekend con questo muso??

Il nostro punto di partenza sarebbe stato Garriguella. Siamo arrivati la sera prima in treno da Barcellona a Vilajuïga e abbiamo implorato il proprietario del camping Vell Empordà dove avremmo dormito quella notte, di venirci a prendere alla stazione. Sorprendentemente ha acconsentito, e noi per ringraziarlo gli abbiamo infradiciato completamente la macchina dato che c’era il diluvio universale quando siamo arrivati. Dopo esserci assicurati che avesse preso un malanno per aspettarci, abbiamo dormito una comoda notte in un bungalow scandita da tuoni e lampi.

Il giorno dopo, ci svegliamo e ci mettiamo in marcia. Abbiamo dormito a Vilajuïga, ma l’asino ci aspetta a Garriguella. Dopo soli 49 minuti di cammino raggiungiamo il nostro asino, Mosquito. Al momento delle presentazioni, capisco che è amore.

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Ci spiegano come sistemargli l’imbragatura, come distribuirgli il peso equamente, come gestire i suoi capricci, come pettinarlo, cosa deve mangiare, quanto deve bere, come convincerlo a camminare, come inserire il pastore quando lo lasceremo nella stalla la sera (pastore che pensavo fosse umano, e mi chiedevo incerta come facessi a inserirlo, fino a quando non ho capito che è un dispositivo elettrico), come pulirgli le zampe. Io non ho bisogno di spiegazioni perché comunicherò con lui nel linguaggio dell’amore, ma devo mostrare interesse. Mentre procedono con la spiegazione, già immagino come posso fare per comprare un asino tutto mio, se posso parcheggiarlo sotto casa accanto alla bici, se magari lo posso lasciare in terrazza, come convincere Panos, come convincere Panos che questa sia un’ottima idea, come convincere Panos a dedicare la nostra vita interamente agli asini, come gestire asini ed eventuali gatti nello stesso ambiente, come i nostri asini possano coesistere con eventuali gatti ed ancora più eventuali cani, a chi consegnare gli asini mentre siamo in vacanza, se esiste un asino-sitter, se preferisco i Pirenei catalani o quelli francesi per la nostra futura fattoria piena di asini.

Fatto sta che a fine spiegazione sono un’esperta di asini, come si può vedere di seguito

Dopo averci spiegato che itinerario fare ci consegnano una mappa e un GPS, dato che potremmo perderci nella montagna. Cominciamo la nostra escursione! Il piano è di fare 15 km il primo giorno, dormire a Espolla (dove avevamo prenotato una pensione a cui avevo seriamente inviato la seguente richiesta speciale: “informiamo che arriveremo con un asino”), poi fare altri 15 km per ritornare indietro il secondo giorno.

Impieghiamo 3 ore solo per fare il primo chilometro. Mosquito non ha nessunissima intenzione di camminare, odia le pozzanghere, odia noi, mangia 36 milioni di tonnellate di erba, siamo bloccati.

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La situazione è più o meno questa

Dopo innumerevoli tentativi di convincerlo con le buone, incrociamo una vecchina, che gli dà un colpetto di bastone sul culo, e Mosquito comincia a muoversi. Inizialmente siamo tentati di colpirlo anche noi col bastone, ma poi ci sentiamo in colpa perchè è troppo pucci, quindi soccombiamo e Mosquito fa di noi quello che vuole per tutto il weekend.

A un certo punto comincia a piovere, Mosquito vuole morire, quindi pensiamo di mettergli un impermeabile

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Mosquito odia la sua vita in questo momento

Seguono innumerevoli selfie con lui, zoom delle sue zampe, altre tonnellate di erba mangiata.

Arriviamo a Espolla nel tardo pomeriggio, dove appena fuori dalla pensione, Mosquito onora il proprietario con una cacca di 20 kg proprio fuori dalla sua porta. Il garbato proprietario ci porge una busta della spazzatura e ci invita ad ovviare al problema. Panos fugge con Mosquito, io rimango sola in un mare di merda che spalo da sola sotto la pioggia, in uno spezzone che includerei in un film indipendente.

Espolla asino

Arrivo in paese

Riusciamo a lasciare Mosquito in una sorta di stalla, mettiamo il pastore elettrico di cui sopra. Andiamo a cenare soli e confusi, orfani di asino.

Ci alziamo di buon mattino (11), facciamo pace con il proprietario della pensione facendo fuori tutte le sue riserve di formaggi per l’inverno.

Ci dirigiamo verso Mosquito che ci accoglie venendoci incontro, struscia le sue orecchie contro di noi. Con questo gesto anche Panos è conquistato da Mosquito. Mi crogiolo nell’immagine di un futuro pieno di asini. Riprendiamo il cammino.

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Questa chiarissima mappa ci indica il percorso

Nella seconda giornata ci vediamo impantanati in uno stagno dove l’acqua mi arriva sopra il ginocchio, dove Mosquito si rifiuta di procedere, e che mi ha favorito 6 video di Panos che in greco cerca di spiegargli democraticamente le ragioni per cui sarebbe opportuno attraversare lo stagno. Desistiamo. Cambiamo itinerario.

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Scopro che le foglie di bamboo sono per Mosquito come eroina, riesco quindi ad attirarlo con la droga ed a farlo passare dietro di me ai bordi di una mega pozzanghera, in cui lui mi lancia senza esitare appena si sente in pericolo.

Torno dall’escursione completamente infangata ma felice.

Asino amore

Mosquito appena torna a casa e sente che ci sono i suoi amici comincia a ragliare come se non ci fosse un domani. Ci salutiamo, con la promessa da parte nostra di rivederci presto, e la speranza da parte sua di non rivederci mai più.