Quando ho deciso di andare in Bulgaria era qualche anno fa e avevo tutto il mondo da vedere.

Non era stata una mia scelta in verità, ma all’epoca ero con un idiota che chiamavo fidanzato, e che voleva andare a Sunny Beach, l’Ibiza dell’est, così mi lasciai convincere.

Chiesa Alexander Nevski Sofia Bulgaria

Per mia fortuna però, la nostra relazione finì poco prima del viaggio e mentre lui perse i soldi del biglietto, io ovviamente decisi di andarci da sola. E invece di stramazzare in questa Ibiza dell’est dei miei stivali, ovviamente studiai un piccolo itinerario per sfruttare la mia settimana in terra bulgara nel modo migliore.

Arrivo a Sofia con Wizzair un tardo pomeriggio di luglio, un po’ esitante perchè non immaginavo la capitale come un posto sicuro. La immaginavo non adatta al turismo, un po’ pericolosa, molto decadente.

Non mi sbagliavo, dato che al mio arrivo era esattamente così.

gatti Sofia Mc Donald Sofia

Faccio fatica a trovare il mio ostello, le strade sembrano cadere a pezzi, ci sono brutte facce e non ci capisco un granchè. Per fortuna so leggere il cirillico, e questo mi aiuta a interpretare i cartelli, ma penso per varie ore di aver fatto la scelta sbagliata, perchè questo posto non mi convince troppo.

Trovo il mio ostello in una strada piena di prostitute. Quando entro vengo però accolta in modo fantastico, mi si spiega tutto quello che c’è da sapere, c’è un ambiente (come in molti ostelli) molto rilassato, riprendo fiato. Un certo Damien, bulgaro che lavora in ostello, mi offre una birra lì vicino in un posto che puzza di cipolla.

Chiesa russa di San Nicola Sofia

Il giorno dopo esco a vedere la chiesa di Alexander Nevski e quella di San Nicola, i tanti parchi. Con il sole è un’altra cosa.

E’ impossibile trovare souvenir, anche solo una cartolina: questo è indicativo di quanto pochi turisti riceva questa città.

Chiesa di Alexander Nevski Bulgaria

Selfie casual

Dopo due giorni, prendo un autobus dalla stazione di Sofia e mi sposto verso la seconda destinazione: Veliko Tarnovo.

Bus Sofia - Veliko TarnovoSofia - Veliko tarnovo bus

Il paesaggio è verdissimo. Come al solito mi addormento in autobus e al risveglio sono stordita di nuovo dal cirillico.

Anche se mi ero già convinta a Sofia, quando arriviamo a destinazione penso che è stata un’ottima idea venire in Bulgaria.

Veliko Tarnovo bulgaria viaggio

Veliko Tarnovo

Il paese è delizioso e immerso nella natura e diventa l’highlight del mio viaggio. C’è un’atmosfera zen e non ci sono più brutte facce.

Veliko Tarnovo

La fortezza di Tsareves è proprio bella, così come le rovine romane e il paesaggio vicino al fiume.

Faccio mille foto, compro un paio di sandali nuovi in un negozio locale, vado al mercato, mangio delle pizzette bulgare.

Veliko Tarnovo viaggio

Asen's Monument veliko tarnovo

Al secondo giorno, parto per la mia prossima destinazione: Varna, dove avrei cambiato per andare a quella palla di Sunny Beach, già che ero lì sarei andata a vederla. Nel lungo viaggio in autobus faccio amicizia con una ragazza arruolata nell’esercito bulgaro, parla un po’ di inglese, parliamo per ore, ci scattiamo selfie con la macchina fotografica (non avevamo ancora gli smartphone), ci giuriamo amicizia eterna, ci dimentichiamo poco dopo.

bus veliko tarnovo sunny beachcartello stazione veliko tarnovo

Arrivo a Sunny Beach alle 3 del pomeriggio, un sole di pazzi, un calore che si appiccica addosso.

Mi sarebbe venuta a prendere alla stazione dei bus la proprietaria dell’ostello perchè “a sunny beach le strade non hanno i nomi”. Scopro che sunny beach ha anche un nome normale ossia Слънчев бряг, Slănčev brjag, che comincerò a utilizzare perchè l’altro a un certo punto non si può più sentire.

*Parentesi: le proprietarie dell’ostello erano entrambe catalane, e per tutta la mia permanenza lì continuavo a chiedermi che lingua parlassero dato che mi sembrava spagnolo però non capivo niente. Ignoravo all’epoca dell’esistenza del catalano e soprattutto del fatto che l’avrei parlato anch’io da lì a pochi anni.*chiusa parentesi

mercato bulgaria

Arrivo all’ostello che mi sembra un covo di ragazzi sbronzi in un posto senza senso, volevo dare una chance a sunny beach ma a prima vista mi sembra una bella merda. Solo biondini ubriachi in locali del cavolo con musica indecente. Assolutamente niente da vedere. Ottima scelta!

Il giorno successivo indosso i miei splendidi sandali nuovi e vado in autobus a Nessebar, un paese vicino che è patrimonio dell’Unesco. 

Nessebar bulgaria

Ci sono un po’ di rovine romane, il centro storico è carino, faccio una passeggiata per il centro e poi vado sul mar Nero. Cammino un sacco e sono soddisfatta.

Nessebar rovine

ignara di quella cerniera sbottonata

Torno la sera a Idioti beach e mi fanno un po’ male i piedi. Ma il giorno dopo mi sveglio e non posso camminare.

All’inizio non capisco, poi realizzo che quelle scarpe che ho comprato mi hanno procurato una sorta di allergia, ho tipo 20 bolle strane, fatico anche a mettere i piedi a terra.

Passo il pomeriggio nella piscina dell’ostello sperando in una pronta guarigione.

Purtroppo il giorno dopo sono nella stessa situazione, lancio via le scarpe ma sono costretta a rinunciare alla mia tappa di Plovdiv, che avevo programmato sul ritorno, perchè non riesco a camminare agevolmente. Mi trascino in spiaggia. La mia opinione sulla spiaggia la tralascerò per non offendere le migliaia di persone bulgare che leggeranno questo post (in italiano), ma vi dirò solo che non mi ha resa la fan numero 1 del mar Nero.

Mar Nero bulgaria

acque cristalline

Rientro direttamente in bus da Spazzatura Beach a Sofia, riprendo la mia fida wizzair per tornare a casa, chiedendomi se la prossima volta magari farò un viaggio normale.

Mi rispondo: no.